12 aprile 2008

Eppure sentire...

Un viaggio è un qualcosa di magico.
Ci parla sempre un po' di noi.


Salgo sul treno.
Lo stesso treno.
Questa volta però, sola, con i miei pensieri.
La pioggia scende ancora. Sembra che non abbia mai
smesso di cadere. Ma ora è più violenta, quasi selvaggia.
Mi rannicchio nel sedile come per farmi piccola, piccola.
E'come se la pioggia mi infondesse un senso di malinconia
e una voglia profonda di tenerezza, forse per questo mi piace tanto.
Chiudo gli occhi per un attimo.
Ora la sento cadere, goccia dopo goccia,
contro il finestrino umido.
Il signore accanto a me si alza e con la mano descrive un piccolo
oblò sul finestrino. Penso a me da piccola. Sorrido e faccio lo stesso.
Ora ci sono due oblò: uno più grande e l'altro più piccolo,
due occhi che si affacciano al mondo.
Fuori si vede il lago confondersi con il cielo e
la pioggia cadere sull'acqua, sugli alberi, su se stessa.
Questi sono proprio quei momenti in cui vorresti cadere
in un caldo, dolcissimo abbraccio.

..."A un passo dal possibile
A un passo da te
Paura di decidere
Paura di me
Di tutto quello che non so
Di tutto quello che non ho

Eppure sentire
Nei fiori tra l'asfalto
Nei cieli di cobalto - c'è
Eppure sentire Nei sogni in fondo a un pianto
Nei giorni di silenzio - c'è"...

Queste le parole che mi accompagnano
e che forse dicono molto di più di quello che vorrei.
Paura di me, dei miei sentimenti, di riscoprirmi diversa...
Io e tutte le mie mille contraddizioni.
Io e quel piccolo passo dal possibile.

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