18 febbraio 2008

Lettera a....


Accendo lo stereo.
Dentro il solito cd che non smetterei mai
di ascoltare. Ascolto e canticchio....poi mi
abbandono sul letto. E mi soffermo su parole,
colori e sfumature nuove...

...quando hai solo diciott'anni quante cose che non sai
quando hai solo diciott'anni forse invece sai già tutto

non dovresti crescer mai

Se ti scrivo solo adesso è che sono io così
è che arrivo spesso tardi
quando sono già ricordi che hanno preso casa qui
non è vero ciò che ho detto: qua c'è tutto a dire che ci sei
fai buon viaggio e poi poi riposa se puoi.

Senza volerlo lacrime scendono sulle guance
e bagnano il cuscino. Cerco di fermarle ma non ci
riesco. E il mio sguardo cade lì...su quel libro prestato
"Sulla sua strada". Lo apro e comincio a sfogliarlo...

"Se la realtà è sempre pronta a divorare il tuo entusiasmo
alla prima esitazione, non puoi che provare a correre
più
veloce possibile e mantenerti allenato,
alimentando l'illusione di poter sfuggire al tuo destino
e sperando di lasciare un'impronta perchè
qualcuno
si accorga, almeno, del tuo passaggio"

Pagina dopo pagina mentre
le lacrime continuano a scendere.
Abbraccio il cuscino e mi lascio andare a
questa irrefrenabile voglia di piangere...
Le canzoni scivolano lente..sempre di più...

"C'é un giro del mondo che puoi fare senza uscire di casa
ed è altrettanto eccitante e impegnativo
di
un via ggio attorno al globo. (...)
Un giro del mondo che dura una vita e qualcosa
di più e
non puoi condividere più di tanto.

Perchè quello è il tuo mondo. Il tuo soltanto.
E lo tieni custodito gelosamente in un
posto segreto
in cui puoi accedere soltanto tu quando hai bisogno
di prendere le distanze
dal tuo dovere di essere ancorato al qui e ora."

Minuti, istanti, attimi...e siamo all'ultima canzone.
Il viso ancora umido e parole, quelle parole di sempre
che scaldano il cuore.

Sono qui per l’amore, e per tutto il rumore che vuoi...
E i brandelli di cielo che dipendono solo da noi,
per quel po’ di sollievo che ti strappano dall’ombelico,
per gli occhiali buttati, per l’orgoglio spedito,
con la sponda di ghiaia che alla prima alluvione va giù..
ed un nome e cognome che comunque resiste di più.
Sono qui per l’amore per riempire col secchio il tuo mare,
con la barca di carta, che non vuole affondare.

Solo allora la musica si ferma e quelle lacrime già non esistono più...

2 commenti:

doddlina ha detto...

giusto x dimostrare, ancora una volta, che sa accompagnare ogni nostra emozione...e quelle lacrime, a volte, servono...sono quasi terapeutiche...le emozioni non vanno mai represse nè nascoste...
ps. aspettando San Siro.... ;)

Luce ha detto...

sì...aspettando san Siro...!!
ti adoro stellina...
per tutte le volte che mi sai capire
come nessun altro ;-D