3 ottobre 2007

Polvere di stelle.

E' strano.
Mi è capitato questo libro tra le mani, quasi per caso.
A volte mi chiedo se siamo noi a scegliere i libri o
se siano loro che si fanno trovare...
Non so.
Credo che l'importante sia non dare mai nulla per scontato, non fermarsi mai alle apparenze.
Perchè dietro ogni mondo se ne nasconde sempre un altro, dietro ogni storia ce n'è sempre un'altra...! E la scoperta può essere una felice avventura.

"
C'era una volta un giovane che desiderava ardentemente soddisfare le proprie brame.
E fin qui, per quel che riguarda l'inizio del racconto,
non v'è nulla di nuovo (poichè ogni storia, passata o futura,
che narri di un giovane potrebbe cominciare alla stessa maniera).
Ma strano era il giovane e strani i fatti che lo videro protagonista,
tanto che egli stesso non seppe mai come andarono veramente le cose...."

" Con un ampio gesto indicò il villaggio di Wall sotto di loro, e il cielo notturno sopra. Nella costella zione di Orione, bassa sulla linea dell'orizzonte, a oriente, una stella si illuminò, brillò e poi cadde. - Per un bacio, e la promessa della tua mano- disse Tristran con magniloquenza- ti porterei quella stella cadente..."


"- Vattene !- Disse la ragazza singhiozzando e affondando il viso tra le braccia.-
Vattene e lasciami in pace.
- La stella sei tu!- disse Tristran,cominciando finalmente a capire.
- E tu sei un idiota- ribattè acidamente la ragazza- e uno sciocco, uno stolto, uno scervellato e un bellimbusto!
- Sì.- replicò Tristran- Credo proprio di sì."


"Tristran sedeva in cima alla cuspide di una nuvola,
domandandosi come mai nessuno degli eroi dei suoi romanzetti avesse mai fame.
Lo stomaco gli gorgogliava e la mano gli faceva terribilmente male.
Le avventure sono tanto belle, pensò,senza nulla togliere ai pasti regolari
e all'assenza di dolore, però! Se non altro era ancora vivo e con il vento tra i capelli , mentre la nuvola sfrecciava nel cielo come un galeone a vele spiegate.
Guardando il mondo da lassù Tristran capì di non essersi mai sentito tanto vivo come in quel momento. C'era qualcosa di celeste nel cielo e di attualità nel mondo che non aveva mai visto o sentito prima.
E capì anche di trovarsi al di sopra dei suoi probelmi,
così come era fisicamente al di sopra del mondo.
Ripensò a ciò che aveva fatto, alle proprie avventure, al viaggio che lo aspettava, e all'improvviso gli sembrò che tutto fosse di poca importanza e di estrema semplicità.
Si alzò in piedi sulla cuspide della nuvola e gridò più volte..(...)
- Ma che gridavi?- gli domandò Yvaine.
- Volevo che la gente sapesse che siamo qui- le rispose Tristran.
- Quale gente?

- Non si sa mai- ribattè lui- E' sempre meglio gridare alla gente che non c'è piuttosto che non gridare alla gente che forse c'è ma non si accorge di noi perchè non abbiamo gridato.
Lei non replicò neppure."
- Ci ho riflettuto- disse Tristran.- Ho riflettuto su questo. Dopo che avremo terminato di occuparci di quel che serve a me- cioè portarti a Wall per donarti a Victoria Forester-
forse potremo dedicarci a quello che serve a te.
- Quello che serve a me?
-Be', non vuoi tornare a casa tua, tu? Lassù nel cielo. Per tornare a brillare di notte. Potremmo impegnarci per riuscire in questa impresa. La stella levò gli occhi su di lui e scosse la testa.
- Sono cose che non succedono queste- disse.- Le stelle cadono, ma non tornano più su.
- Tu potresti essere la prima.-le disse- Tu devi crederci. Altrimenti non accadrà mai.

- Non accadrà mai comunque- replicò lei.- Proprio come le tue grida non attireranno l'attenzione di nessuno, perchè quassù non c'è nessuno. Poco importa che io ci creda o no, perchè è così che vanno le cose. (..)

-Olà!- giunse una voce sopra di loro- Olà! Laggiù! Qualcuno ha bisogno di aiuto?
C'era una piccola navecon le vele gonfie, scintillante come l'oro sotto il sole, e un volto rubizzo e baffuto guardava giù dal parapetto.

Si mise a piovere, ma loro non fecero niente per ripararsi.
Tristran stringeva la mano della stella nella propria.
-Sai- disse Yvaine- una stella e un uomo mortale...
- Semimortale, in realtà- disse Tristran.- Tutto ciò che avevo sempre pensato di me, chi fossi,cosa fossi, era solo una menzogna. O quasi.
- Qualunque cosa tu sia- disse la stella- volevo farti sapere che probabilmente non potremo mai
avere figli. Tutto qui.
Tristran la guardò, sorrise e non disse una parola.
Stava fermo, impalato a lei e la guardava.
- Volevo solo che lo sapessi- aggiunse la stella sporgendosi in avanti.
E per la prima volta, sotto quella fredda pioggerellina primaverile, si baciarono.
A Tristran il cuore batteva forte e il suo petto sembrava inadeguato a contenere tutta quella gioia. E mentre la baciava aprì gli occhi. Gli occhi azzurro cielo lo fissarono e lui ci lesse dentro che non si sarebbero più separati.


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